Ambulatorio di Osteoporosi in ORAS

Ambulatorio di Osteoporosi in ORAS

L’ambulatorio di osteoporosi on ORAS è una assoluta eccellenza della nostra struttura, coordinata e resa operativa da un team preparato e competente che, come sempre, mette il paziente al centro. Conosciamolo insieme in questo articolo-intervista, che raccoglie le testimonianze dei professionisti che lavorano negli spazi dedicati all’endocrinologia.

IL TEAM DELL’AMBULATORIO DI OSTEOPOROSI

La dott.ssa Daniela Piccin e le infermiere Federica Trentin e Claudia Diaz ci accolgono nelle aree di ORAS dedicate all’ambulatorio di Endocrinologia. In questa attività ambulatoriale ricevono i pazienti e li aiutano a pianificare il loro percorso nella cura dell’osteoporosi, che in Italia colpisce una donna su quattro (e anche qualche uomo).

L’INTERVISTA ALLA DOTT.SSA PICCIN

Dell’ambulatorio di endocrinologia in ORAS si è sempre occupata la dott.ssa Piccin: “Lavoro in ORAS dal 2008” ci racconta, “Prima in reparto, e poi nell’area ambulatoriale. L’ambulatorio per l’osteoporosi, però è iniziato dopo, in un primo momento grazie ad una collaborazione con i colleghi di Treviso. Era il 2011, e la spinta propulsiva era proprio la cooperazione con il dott. Di Virgilio, il punto di riferimento dell’ASL per l’osteoporosi, all’epoca. Era un inizio, certo. Ma le cose cominciavano a muoversi. Più in là sarebbero cresciute notevolmente.”

Quando si è resa conto che l’ambulatorio di osteoporosi stava diventando più importante?

“Nel 2016. In quell’anno sono diventata Centro Prescrittore per i farmaci di secondo livello per l’osteoporosi, grazie a un progetto regionale in cui si richiedeva un certo tipo di esperienza per la somministrazione di farmaci specifici e la presenza in struttura di una tecnologia come la densitometria ossea. Ecco, da quell’anno possiamo dire che il progetto dell’ambulatorio di endocrinologia è decollato. Allora abbiamo cominciato a programmare i percorsi per i nostri pazienti, compresi i rinnovi dei piani terapeutici. Oggi quindi gestiamo circa 1500 pazienti che vengono seguiti con i farmaci di secondo livello.”

Ma che cos’è esattamente l’osteoporosi?

“L’osteoporosi è una patologia purtroppo spesso sottovalutata. Non solo dai pazienti, spesso anche dalle stesse figure sanitarie. Eppure, ha un impatto economico davvero rilevante sul Sistema Sanitario: pensate che soltanto le fratture di femori costano alla Sanità Pubblica milioni di euro all’anno. Questa malattia di solito insorge con l’avanzare dell’età: nelle donne, che sono le più colpite, arriva dopo la menopausa. Una donna su quattro ne soffre, e di queste, una su tre si frattura. Ma il dato più allarmante è che le fratture incidono sull’abbassamento dell’aspettativa di vita. La frattura di una vertebra, per esempio, aumenta la possibilità di potersi procurare altre fratture su altre vertebre. Fratturarsi un femore, soprattutto per soggetti anziani, abbassa di un quarto l’aspettativa di vita. Si capisce dunque che questa è una problematica da considerare, sia dal punto di vista sociale, che dal punto di vista economico. Inoltre, l’osteoporosi è una malattia che si manifesta in forma primitiva e/o post menopausale o in forme più rare dette “secondarie” nelle quali la fragilità dell’osso può essere la manifestazione di altre malattie, come ad esempio patologie ematologiche, o endocrine come l’ipotiroidismo, o addirittura a forme ancora più serie, come la sindrome di Cushing. Nell’uomo l’osteoporosi di solito si presenta in forma severa, soprattutto nei giovani, e in questo caso va diagnosticata quanto prima, perché sottende generalmente altre malattie che vanno individuate subito.”

Come si “prende in tempo” l’osteoporosi?

“Di solito la situazione più grave che si verifica è la frattura da fragilità: non si tratta di una frattura da trauma. Normalmente il primo allarme, soprattutto nella donna, è la frattura del polso. Ci sono molte pazienti a cui chiediamo se si fossero già fratturate in precedenza, e loro spesso rispondo che sì, è successo anni prima. Ecco, quello era già un campanello di allarme, anche se avvenuto magari un decennio fa. A questo punto si inizia un percorso fatto di terapie basate sul punteggio di rischio che viene elaborato dal nostro laboratorio. Questo punteggio, che viene chiamato “score di rischio” determina il tipo di percorso – soprattutto farmacologico – che viene assegnato al paziente. Come per molte altre patologie, anche per valutare l’osteoporosi sono necessari diversi esami preliminari, tra cui la densitometria ossea.”

Per fortuna la densitometria ossea è un esame che si può fare anche in ORAS.

“Sì: uno dei vantaggi di avere un ambulatorio di endocrinologia in ORAS è la possibilità di poter accedere alla densitometria direttamente in struttura. Anche perché questo tipo di esame diagnostico richiede una particolare attenzione per poter rilevare correttamente e completamente i dati che sono necessari all’individuazione di un percorso corretto per il paziente. A differenza della diagnostica per immagini, infatti, la densitometria restituisce dati numerici, che vanno interpretati dal medico specialista, in questo caso si chiama bone specialist. Proprio per questa ragione qui in ORAS è stato tenuto un corso di aggiornamento per i tecnici di radiologia, proprio per incrementare le conoscenze nel campo della radiologia al servizio dell’endocrinologia.”

Parlare dell’osteoporosi per farla conoscere: ci sono diverse iniziative in corso per sensibilizzare a questo tema e renderlo più riconoscibile?

“Insieme ad altri colleghi di Treviso teniamo molti congressi, facciamo formazione ai medici di base – soprattutto ora ce n’è una grande necessità per il forte ricambio generazionale – per renderli consapevoli di come riconoscere i pazienti affetti da osteoporosi, e come trattarli, laddove è possibile. Molti pazienti infatti possono essere guidati dal medico di base, mentre laddove la situazione dovesse apparire più grave il medico di famiglia deve essere in grado di indirizzare il paziente ai bones specialist. Quest’anno organizzeremo qualcosa anche per i nostri pazienti e utenti in occasione della Giornata Mondiale dell’Osteoporosi il 20 ottobre.”

Come si convive con l’Osteoporosi?

“L’osteoporosi si cura. Ma lo si fa quando è il momento di curarla, infatti non si curano i valori densitometrici. Uno stile di vita sano, un’alimentazione varia, l’attività fisica aiutano a preservare la massa dell’osso. Questa è la vera prevenzione: abituare fin da piccoli i bambini e le bambine ad una vita sana e salutare, per aiutare il corpo ad arrivare nella sua massima forma possibile, anche ai 65 anni.
Oltre a questa forma di prevenzione, ci sono una prevenzione primaria e secondaria, che intervengono dopo una frattura: in questo caso il paziente dovrà comunque assumere buone abitudini fisiche e alimentari, ma il suo percorso verrà accompagnato da una terapia che partirà dall’esame della densitometria ossea, esami bioumorali ed altri esami radiologici gestiti dal bone specialist. La cura e lo stile di vita possono modificare questi dati, migliorandoli. I pazienti che seguiranno i consigli e le terapie del bone specialist vedranno i propri valori cambiare in meglio, aumentando anche la motivazione a proseguire il percorso terapeutico. Peraltro, in questi anni la farmacologia in questo campo ha compiuto passi da gigante, realizzando medicine che riducono anche di molto il rischio di fratture da fragilità.”

 

L’INTERVISTA ALLE INFERMIERE DIAZ E TRENTIN

Come funziona l’ambulatorio di osteoporosi?

“Una volta individuati i pazienti a cui somministrare le terapie endovenose o sottocutanee noi infermiere ci occupiamo di strutturare il percorso del paziente.” spiegano le infermiere Federica Trentin e Claudia Diaz. “La giornata dedicata all’ambulatorio è il venerdì: in quel giorno noi contattiamo i pazienti per quello che riguarda l’addestramento, vale a dire la gestione a domicilio del farmaco, spiegando loro le modalità di assunzione, di acquisto, di mantenimento. Il sabato invece è la giornata dedicata all’infusione del farmaco Aclasta che si usa per trattare l’osteoporosi. Durante questo giorno accogliamo i pazienti che abbiamo contattato precedentemente, e provvediamo al proseguimento delle cure.”

L’addestramento è una fase importante della presa in carico del paziente.

“È fondamentale: durante quello che noi chiamiamo addestramento facciamo anche educazione sanitaria: oltre a spiegare il farmaco diamo anche delle indicazioni sulla prevenzione delle fratture e indicazioni generali sull’importanza dell’idratazione, di una corretta alimentazione, informazioni utili su postura e movimento, compatibilmente con le condizioni fisiche di ciascun interlocutore. Ogni paziente è unico, ed è sempre al centro del percorso di cura. Quando la dottoressa Piccin rinnova il piano terapeutico, noi adeguiamo le nostre cartelle, in modo da essere sempre aggiornati sui progressi di ciascun paziente.”

L’ambulatorio di Osteoporosi è una vera e propria eccellenza di ORAS, e può essere contattato direttamente al numero 0422 287320 (il venerdì dalle 9:00 alle 13:30) o via mail all’indirizzo segreteria.osteoporosi@ospedalemotta.it


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