Medicina narrativa
Con il mese di maggio si è concluso il primo laboratorio di medicina narrativa realizzato in ORAS.
Questo tipo di attività, coordinata dall’associazione “Raccontiamo con Francesca” e dalle sue formatrici professionali è servito sia ai nostri pazienti che ai familiari, ma anche ai nostri medici e operatori, ad affrontare gli stati d’animo e i cambiamenti che si devono affrontare durante il periodo riabilitativo, in seguito ad un trauma che ha cambiato la vita non solamente a chi lo ha ricevuto, ma anche alle persone che lo circondano.
Cos’è la medicina narrativa
La medicina narrativa, spiegano dall’associazione “Raccontiamo con Francesca”, è una modalità di “fare medicina” che parte dalla storia del paziente che spesso non è sovrapponibile a quella raccolta dal medico (anamnesi).
Qui il paziente stesso narra o scrive agli operatori sanitari la propria storia di malattia, e in questo modo le persone, attraverso le loro storie, diventano protagoniste del processo di cura.
Questa disciplina si integra con la medicina contemporanea e arricchisce le cure attraverso l’uso dei racconti dei pazienti, dei medici, degli infermieri, dei familiari, valorizzando la visione della malattia del soggetto e della sua famiglia.
La narrazione della malattia da parte del paziente è fondamentale al pari dei segni e dei sintomi clinici della malattia stessa.
Gli strumenti utilizzati dalla medicina narrativa sono molti: l’ascolto empatico, il colloquio condotto con competenze narrative, la scrittura riflessiva, il diario, il racconto libero o strutturato, l’intervista.
La medicina narrativa non richiede doti innate, ma può essere insegnata e appresa.
L’associazione Raccontiamo con Francesca è intitolata alla dott.ssa Francesca Intini, che ha saputo introdurre la medicina narrativa come paziente e come medico nell’ambito di ULSS 2.
Una prossima pubblicazione
I partecipanti al laboratorio in ORAS hanno dato il consenso perché i loro lavori, una volta ultimati, possano venire pubblicati in un volume che sarà edito alla fine dell’anno, e che conterrà significativi contributi da parte di pazienti, operatori e protagonisti del percorso che ORAS sta compiendo da vent’anni, e che continuerà negli anni a venire.