Il Comitato Italiano Paralimpico all’ORAS Motta

Il Comitato Italiano Paralimpico all’ORAS Motta

Tra le attività che ORAS Motta mette a disposizione dei pazienti, c’è un programma sportivo coordinato dai terapisti occupazionali che prevede l’intervento e la partecipazione del CIP, il COMITATO ITALIANO PARALIMPICO.

 

Si tratta di un programma che si svolge sia in palestra che all’aperto, e prevede la pratica di alcune attività sportive con fini terapeutici.

Per raccontarvi questa collaborazione così importante, abbiamo raggiunto il presidente del CIP Veneto Ruggero Vilnai.

 

Presidente Vilnai, faccia finta che non sappiamo che cos’è il CIP. Ce lo può raccontare lei?

“Il CIP è un comitato sportivo, possiamo dire tranquillamente che è esattamente come il CONI, ma si rivolge alle società e agli atleti con disabilità. Nel 2017 il Comitato Italiano Paralimpico è diventato Ente Autonomo di diritto pubblico, scorporato quindi dal CONI e per legge riconosciuto ufficialmente. Il comitato ha il ruolo di sovrintendere, coordinare, rappresentare e promuovere lo sporto paralimpico, essendo, di fatto, il punto di riferimento per atleti e società sportive in tutta Italia.”

 

Da quanto tempo svolgete questa collaborazione con ORAS?

Sono ormai più di tre anni che siamo ad ORAS con i nostri tecnici e le nostre attività. Abbiamo cominciato, e stiamo continuando, sviluppando attività per i pazienti in collaborazione con i terapisti occupazionali e i medici e tutto il personale di ORAS, e in questi anni abbiamo sviluppato un programma che include ben sei discipline.

 

Quali?

Il programma per ORAS Motta prevede l’attività Boccia, che si svolge in palestra, la scherma, il tennistavolo,  il calcio balilla e il tiro con l’arco. Inoltre, abbiamo anche sviluppato l’attività di TrailO (l’orienteering, per capirci) che viene svolta all’esterno.

 

Come vengono scelte le attività che si svolgono in ORAS?

Tutte le attività vengono concordate con i medici e i terapisti occupazionali, e sono scelte sulla base delle necessità dei pazienti. Lo sport, in questa fase, non è solo l’affermazione dell’autonomia, che è il nostro messaggio e il cuore della nostra mission, ma anche, e soprattutto, una parte della terapia riabilitativa.

 

A proposito di mission e di valori, qual è il messaggio che vuole inviare ai pazienti della nostra struttura?

Lo sport manda già di per sé un messaggio di autoaffermazione: il sacrifico, l’impegno, il risultato. Nel nostro caso, è ancora più attuale: vogliamo che i pazienti di ORAS, come quelli di altri ospedali sappiano che, pur con la disabilità, l’autonomia non solo è pienamente raggiungibile, ma non è preclusa l’occasione di essere addirittura dei campioni. È una lezione che ci insegnano lo sport e la vita, e che trova dei meravigliosi testimonial nei nostri atleti: Bebe Vio, Alex Zanardi, Francesca Porcellato, Alvise De Vidi, e moltissimi altri.

 

Oggi lo sport paralimpico viene finalmente considerato alla pari con quello tradizionale. Ma quanto lavoro c’è ancora da fare per sensibilizzare la società e gli sportivi con disabilità stessi?

I numeri sono in crescita: in Veneto nel 2019 ci sono stati 1741 sportivi paralimpici tesserati in società sportive che praticano sport agonistico. Sono 687 in più dal 2015.

Esistono in Veneto 244 società che si occupano dei 39 sport riconosciuti per l’ambito paralimpico. Molti di questi sport hanno poi delle discipline variabili, dipendenti dalla specifica disabilità. Insomma, i numeri cominciano ad essere importanti, ma la strada da percorrere è ancora molta. Per questo il CIP è costantemente impegnato, non solo negli ospedali come ORAS, ma anche nelle scuole, con gli eventi, grazie alle iniziative in tutta Italia.

 

 

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