Anche nel 2024 ORAS ha conseguito la certificazione Family Audit Executive, emesso dalla Provincia Autonoma di Trento in riconoscimento degli sforzi di Oras sul tema della conciliazione Vita-Lavoro per i propri dipendenti.

Lo standard “Family Audit” è infatti uno strumento di certificazione, con relativo marchio, che qualifica una Organizzazione come attenta alle esigenze di Conciliazione Vita-Lavoro dei propri dipendenti.
Le Organizzazioni certificate “Family Audit”, dunque, sono orientate al benessere aziendale dei propri dipendenti, in coerenza con specifici parametri indicati nelle Linee guida del “Family Audit”.

Per ottenere tale certificazione, un’Organizzazione – dalle Aziende ai Comuni, fino agli Enti non profit – si sottopone a un processo di auditing con un percorso strutturato e cadenzato con alcune scadenze.
Il processo di certificazione è accompagnato da consulenti e valutatori iscritti all’Albo degli auditors dello standard “Family Audit”.

In Italia, l’Ente di certificazione proprietario dello standard è la Provincia Autonoma di Trento, che ha rilasciato il riconoscimento ad ORAS.

Family Audit è uno strumento manageriale che viene adottato su base volontaria dalle organizzazioni che intendono certificare il proprio costante impegno per il bilanciamento della vita lavorativa con la vita personale e familiare. Lo standard può essere adottato da qualsiasi organizzazione pubblica o privata, profit o non-profit, di piccole, medie e grandi dimensioni.

Questo standard aiuta le organizzazioni a realizzare un efficace equilibrio tra gli interessi dell’organizzazione e quelli dei lavoratori, prevedendo un’indagine accurata all’interno dell’organizzazione, con il quale si individuano obiettivi e iniziative che consentono di migliorare le esigenze di conciliazione tra famiglia e lavoro dei dipendenti. La partecipazione dei collaboratori dell’organizzazione diventa un valore fondamentale al momento di stabilire i bisogni in materia di conciliazione e di proporre soluzioni ad essi.

L’organizzazione che utilizza il Family Audit innesca un ciclo virtuoso di miglioramento continuo, introducendo al proprio interno soluzioni organizzative innovative relativamente alla flessibilità del lavoro e alla cultura della conciliazione.

ORAS ha attivato molte funzioni attinenti al centro servizi mielolesioni che rappresentavano un obiettivo aziendale espresso dalla volontà del Consiglio di Amministrazione dell’Ospedale e per il quale ci si è spesi fino all’avvio di molte delle prestazioni richieste dall’obiettivo.

L’area della riabilitazione neuro-motoria di terzo livello ad alta specializzazione rappresenta il settore nel quale ORAS riconosce le maggiori potenzialità di sviluppo, non solo assistenziale, ma anche scientifico e di ricerca.

L’operatività del “Centro Servizi Mielolesioni”, oltre a risparmiare ai pazienti il peregrinare anche al di fuori della Regione per trovare risposta ai propri importanti e delicati bisogni, riduce i costi del Sistema Sanitario Regionale in quanto ottimizza la gestione delle attività connesse ai bisogni dei pazienti mielolesi.

Il Centro Servizi Mielolesioni, in parte già strutturato, prevede l’integrazione dei seguenti Ambulatori:

La neurogastroenterologia si rivolge a pazienti che hanno problemi di intestino neurologico, l’urologia invece è per i pazienti che presentano complicazioni alla vescica, mentre la branca della neurofisiologia si propone di fornire delle prognosi su alcuni danni che possono essere parziali o completi a livello neurologico utilizzando elettromiografie dettagliate per verificare se e dove esiste la possibilità di un recupero neurologico.

Il centro servizi mielolesioni è rivolto ai pazienti e ad alcuni ex pazienti, e serve a stabilire con maggior precisione quale percorso riabilitativo ciascun paziente dovrà adottare. Si tratta di un’offerta ultra specialistica che, come detto, completa le prestazioni di Alta Specializzazione di ORAS.

Per realizzare questo centro servizi si è lavorato a settori, sviluppando per prima la branca della neurogastroenterologia, in cui è stato coinvolto il prof. Gabriele Bazzocchi, illustre consulente che proviene dall’esperienza dell’Ospedale di Montecatone (Imola), insieme ad ORAS uno dei più prestigiosi d’Italia.

La collaborazione con il prof. Bazzocchi è iniziata già da un paio d’anni, durante i quali si è lavorato molto nella costruzione di questo centro servizi mielolesioni.

In seguito abbiamo attivato la collaborazione con il prof. Enrico Alfonsi, uno dei neurologi più illustri d’Italia, che ha recentemente cominciato a sviluppare parte del suo lavoro qui in ORAS, per il centro servizi. Abbiamo rinnovato e aggiornato le apparecchiature tecnologiche, e oggi abbiamo già attivato molte prestazioni in questo campo a favore dei nostri pazienti degenti. Ad affiancare il prof. Alfonsi c’è il dott. Sandro Zambito, neurologo di punta di ORAS.

La terza branca che abbiamo infine avviato è quella della neurourologia, alla quale si dedica la dott.ssa Elena Andretta di ORAS. In questo momento stiamo aggiornando e provvedendo all’acquisto delle attrezzature che servono per completare l’assetto clinico per poter prestare un servizio completo di esami e visite specialistiche come la videouroflussometria. Oltre alle prestazioni che possiamo offrire in ORAS, potrebbe essere necessario richiedere alcuni tipi di interventi endoscopici che andrebbero effettuati nelle sale operatore dell’Ospedale di Oderzo, che si è reso completamente disponibile ad aprire il dialogo e la collaborazione con ORAS nell’offrire il proprio personale e le proprie sale.

ORAS ha previsto anche l’apertura di un Centro Chirurgico Complesso per il Mieloleso con sala operatoria multispecialistica e sala operatoria ambulatoriale per neuro-urologia (vescica neurologica) e possibile chirurgia funzionale della mano e del piede, chirurgia plastica per lesioni da pressione, chirurgia delle complicanze della tracheostomia, ecc.

Al momento, questa quarta attività è solamente programmata, in attesa che venga resa operativa in futuro.

Naturalmente, il Centro Servizi è coordinato dal dott. Humberto Cerrel Bazo, responsabile della UOC Recupero e Riabilitazione Funzionale – Unità Spinale di ORAS.

Il 2023 si è chiuso con uno speciale approfondimento su ORAS pubblicato su ben 3 importanti quotidiani in Veneto: La Tribuna di Treviso, la Nuova Venezia e il Mattino di Padova.

Centinaia di migliaia di lettori hanno potuto dunque scoprire ORAS sulle pagine del loro quotidiano il 30 dicembre 2023, in uno speciale a firma della giornalista esperta in questioni sanitarie Valentina Calzavara.

Di seguito vi proponiamo la riproduzione integrale dell’articolo in due parti: la prima dedicata ad un approfondimento generale di ORAS con un’intervista al nostro Amministratore Delegato dott.ssa Orianna Romanello e la seconda dedicata alla crescita della nostra Radiologia Diagnostica con la testimonianza del dott. Giancarlo Addonisio raccolta dalla giornalista.

QUELLI CHE RIMETTONO INSIEME LE NOSTRE VITE

Nel 2024 l’ORAS di Motta di Livenza festeggerà vent’anni. Centocinquanta posti letto riabilitativi, 300 dipendenti e 150 professionisti che operano in ambito ambulatoriale a supporto della sanità pubblica.

L’AD Orianna Romanello: “interveniamo con equipe integrate”

Il cuore dell’attività è la riabilitazione attraverso l’esercizio fisico per restituire al paziente il più possibile di quello che la malattia o un trauma gli hanno tolto.

Ogni volta il percorso è diverso, richiede competenze cliniche, sostegno psicologico, attenzione alla persona, mettendo al suo servizio tutto ciò che la ricerca scientifica è in grado di offrire dalla diagnostica per la lettura degli organi alla telemedicina in “formato valigetta” per monitorare a distanza i miglioramenti e rispondere alle esigenze di pazienti sempre più giovani, sotto i 50 anni, che ancora sono in età lavorativa e hanno soprattutto problematiche cardiologiche.

Nel 2024 l’ORAS di Motta di Livenza festeggerà vent’anni e si prepara all’importante anniversario guardando al percorso fatto finora e al futuro che attende questa realtà di riferimento in Veneto con le sue tre super-specialità riabilitative: neuroradiologica, cardiologia e patologie dell’apparato respiratorio.

Inaugurato da poco anche il Centro Servizi per la riabilitazione neuromotoria delle mielolesioni con una serie di ambulatori integrati come quello di neuro-gastro-enterologia. ORAS conta 150 posti letto riabilitativi, 300 dipendenti e 150 professionisti che operano in ambito ambulatoriale a supporto della sanità pubblica.

“Dal 2004 ORAS opera nel campo della riabilitazione di alta specializzazione con un ruolo di rilievo nel sistema sanitario regionale” commenta Orianna Romanello, AD di ORAS, tracciando un bilancio, “La nostra esperienza è nata con la riconversione dell’ospedale di zona di Motta che venne destinato alla sperimentazione gestionale di polo riabilitativo. Dati i risultati positivi si decise di stabilizzare questa esperienza nell’alveo pubblicistico potenziandone così lo sviluppo assistenziale, scientifico e di ricerca neuromotoria di terzo livello accogliendo pazienti con disabilità complesse di origine traumatica, infettiva, degenerativa o acquisite.”

Come è costruito il percorso a misura del paziente?

“Grazie ad una presa in carico unitaria con la realizzazione di un progetto studiato da un’equipe integrata formata da medico fisiatra, neurologo, internista, fisioterapista, terapista occupazionale, psicologi, infermiere e assistente sociale”

In cosa consiste l’attività del nuovo centro servizi per la persona con mielolesione?

“È un luogo che sta prendendo forma grazie alla collaborazione con illustri professionisti quali il professor Gabriele Bazzocchi, esperto in gastroenterologia, il neurologo Enrico Alfonsi, e la dottoressa Elena Andretta specializzata in neurologia e vescica neurologica. All’interno del centro il paziente può trovare una risposta complessiva ai bisogni clinici e di assistenza che insorgono durante la sua esistenza, evitando un peregrinare di struttura in struttura. Grazie all’ambulatorio di Neuro-Gastro-Enterologia ci occupiamo delle problematiche all’intestino del paziente con mielolesione. Con l’ambulatorio di urologia a indirizzo neurologico trattiamo i disturbi della vescica, inoltre è presente anche l’elettrofisiologia clinica. Prossimamente vorremmo avviare un ambulatorio per il trattamento delle piaghe da decubito e un polo per la procreazione medicalmente assistita per i pazienti più giovani.

Ci sono altri progetti all’orizzonte del 2024?

“Dal 1° gennaio inaugureremo una nuova linea di servizi a pagamento con l’intermediazione di assicurazioni, welfare aziendale o del privato cittadino, proponendo dei pacchetti sanitari nell’area della prevenzione. Il ventennale ci vedrà poi impegnati in una serie di incontri, in un congresso scientifico e in un family day.

 

GLI IMPEGNI ASSUNTI DALLA CARTA DEI SERVIZI

Sul sito della struttura si legge la Carta dei Servizi, sulla quale merita soffermarsi. L’azienda “si impegna a far conoscere le prestazioni offerte, gli impegni assunti, gli standard e le procedure per facilitare l’accesso ai servizi erogati, e a garantire i principi di efficacia, appropriatezza, affidabilità.

Promuove inoltre lo sviluppo e il miglioramento del dialogo con i cittadini e con le altre realtà socio-sanitarie, sia pubbliche che private, e anche con le associazioni di volontariato.

L’obiettivo è quello di agire nel segno della trasparenza nella convinzione che il miglioramento dell’attuale livello di qualità delle prestazioni possa trarre ulteriore giovamento da un’esauriente informazione circa i servizi che l’ospedale si impegna a fornire alle persone assistite.”

 

DISABILITY MANAGER, L’ETICA DI UN RUOLO AD ALTA INNOVAZIONE

L’innovazione può essere assicurata da tecnologie sofisticate, ma esiste anche un’innovazione nel pensiero e nell’impostazione delle risorse umane. “Siamo i primi in Italia a offrire ai nostri pazienti e alle loro famiglie l’opera di un facilitatore specializzato in consulenza sulla disabilità, capace di rendere più immediata la riconquista dell’autonomia e dell’autosufficienza una volta lasciato l’ospedale, trovando soluzioni progettuali e legate alle tecnologie assistive personalizzate sul paziente. In Italia, la figura del Disability Manager e l’associazione SIDiMa (Società Italiana Disability Manager) nascono proprio all’ORAS. Rodolfo dalla Mora ancora oggi ricopre questo ruolo fondamentale.

 

 

DIAGNOSTICA E TECNOLOGIA, I NUOVI PASSI NEL FUTURO: “SARÀ UN SALTO QUANTICO”

Giancarlo Addonisio da un anno alla guida del servizio di radiologia diagnostica: “Grazie alla nuova Tac, nel corso del 2023 sono raddoppiate le prestazioni radiologiche”

Leggere il corpo umano, indagare i sintomi, dare un nome anche alle patologie più difficili da individuare, come il mancato sviluppo delle anche dei neonati e l’approfondimento neuroradiologico di encefalo e colonna vertebrale. La medicina diagnostica dell’Oras (Ospedale Riabilitavo di Alta Specializzazione di Motta di Livenza) continua a crescere. Nel corso del 2023 che ormai si sta concludendo, sono raddoppiate le prestazioni radiologiche grazie alla recente installa zione della nuova tac, mentre continua il rinnovamento dei macchinari puntando sull’acquisto delle tecnologie più avanzate.

“La realtà radiologica è diventata sempre più ampia grazie all’acquisizione di una Tac che ci consente di condurre il 95% degli esami con un livello tecnico molto elevato, mentre abbiamo già aggiornato il parco degli ecografi e siamo in procinto di cambiare le apparecchiature radiologiche e mammografiche.” conferma il primario Giancarlo Addonisio, da un anno al servizio di radiologia diagnostica di ORAS insieme ad un team specializzato nell’imaging oncologico del testa-collo, delle malattie toraciche e di quelle articolari con due sedi di riferimento a Motta di Livenza e nella sede di ambulatorio di Borgo Cavalli a Treviso. Prossimamente verrà acquisita anche una nuova risonanza magnetica.

“Sarà un ulteriore salto quantico: stiamo infatti rafforzando tutta la diagnostica per la parte body e allo stesso tempo ci stiamo concentrando su alcune nicchie peculiari, oltre a fare da sponda per gli ospedali di Treviso e Oderzo nell’ambito oncologico.” prosegue il dottor Addonisio, disegnando una panoramica dei progetti in divenire. “Al momento abbiamo una risonanza magnetica a basso campo che ci permette di studiare le piccole articolazioni dal ginocchio alla spalla alla colonna vertebrale. Con il nuovo apparecchio potremo eseguire un maggior numero di prestazioni di nicchia come, ad esempio, lo studio della prostata e delle patologie del fegato con mezzi di contrasto particolari, l’indagine del distretto cervicale e della patologia oncologica del collo.”

Sono invece già realtà le ecografie con mezzo di contrasto per l’analisi di fegato, pancreas, reni, nonché del distretto vascolare per il controllo delle protesi aortiche.

Addonisio fa il punto su questo aspetto: “A Motta – spiega – adoperiamo anche la tecnica di Ecocolordoppler con stimolazione farmacologica delle disfunzioni erettili, una procedura peculiare. Oltre a questo, abbiamo sviluppato il know how necessario ed effettuiamo lo studio delle anche dei neonati, con un ambulatorio ad hoc seguiamo i casi in cui il pediatra individua un sospetto clinico di immaturità nello sviluppo delle anche, noi possiamo garantire una specifica analisi morfologica degli angoli di questa articolazione.”

Di pari passo si lavora sulla formazione continua del personale medico, infermieristico e specializzato nella radiologia, mentre continua la ricerca di nuovi professionisti.

“uno degli aspetti a cui tengo molto” conclude il primario “È rappresentato dall’attenzione verso il paziente. Il nostro servizio non è sovraccaricato dalle urgenze esterne, e questo ci permette di avere non solo il tempo per fare l’esame, ma anche il tempo per instaurare un dialogo con la persona che si sottopone a cure e terapie”.

Pneumologia Riabilitativa in ORAS

La Pneumologia riabilitativa in ORAS è un vero e proprio modello in tutto il Veneto, potendo contare su un reparto avanzato, completo di palestre e attrezzature in grado di soddisfare fino a 15 pazienti ricoverati per problemi pneumologici e fino a 25 pazienti in regime di ricovero diurno al giorno.

L’Ospedale Riabilitativo di Motta di Livenza ha la possibilità unica di potersi dedicare a questa tipologia di pazienti, offrendo loro una quantità di esami, prestazioni e percorsi riabilitativi altamente specializzati per le affezioni derivanti dalle complicazioni che coinvolgono disturbi respiratori.
Abbiamo avuto una lunga conversazione con la dottoressa Maddalena Chizzolini, responsabile dell’UOS Riabilitazione Pneumologica di ORAS che ha visto crescere negli ultimi dieci anni di attività nel nostro Ospedale.

Dott.ssa Chizzolini, ci può presentare il reparto di Pneumologia Riabilitativa, come prima cosa?
“Si tratta di un reparto che accoglie casi molto complessi: abbiamo pazienti ricoverati con casi di trapianto di polmoni, per esempio, oppure pazienti tracheostomizzati. Si tratta di casi molto impegnativi che nel corso del tempo sono aumentati. Ricordo che eravamo partiti con sei letti, oggi sono più che raddoppiati: in questo momento ospitiamo 15 pazienti in regime di ricovero ordinario.

Da dove provengono questi pazienti?
Ci sono pazienti da tutto il Veneto, ma anche extraregionali. Abbiamo persone che vengono da Riccione o da Napoli. Si tratta di pazienti che comunque sono precedentemente passati dal centro trapiantologico di Padova che, una volta eseguito l’intervento, inviano qui i loro pazienti per seguire il percorso riabilitativo. In generale ad ORAS vengono mandati i casi più difficili, per cui abbiamo anche un alto numero di casi. In questo senso, siamo felici di poter aiutare quanti più pazienti possibile, e di essere un’ottima occasione formativa per gli studenti della Scuola di specializzazione in Malattie del sistema respiratorio dell’Università di Padova che vengono qui ad imparare sul campo, in una delle pneumologie riabilitative più avanzate del Veneto, se non la più avanzata.

Si tratta di una vera e propria palestra per le nuove leve.
Esatto. Non solamente per la vasta gamma di patologie che trattiamo in ORAS, ma anche per la possibilità di accedere alla grande esperienza di medici come il dott. Giorgio Santelli (ex primario Pneumologia AULSS2 Treviso), dei radiologi e degli specialisti che operano in questo Ospedale. Qui c’è sempre un continuo confronto, anche con il personale di radiologia: adesso che c’è la nuova TAC in ORAS abbiamo facilitato l’accesso a questo esame diagnostico specifico per il polmone, e quindi anche la discussione multidisciplinare, che è una parte molto importante di confronto clinico è arricchita dal parere del primario di radiologia dott. Giancarlo Addonisio e dall’esperienza del dott. Sannini e dei radiologi che operano in struttura. Per gli specializzandi non può esserci palestra migliore. Facciamo molte broncoscopie con loro, abbiamo messo loro a disposizione un simulatore: si tratta di uno speciale manichino su cui fanno pratica facendo broncoscopie.

La pneumologia riabilitativa ospita anche pazienti con malattie infettive.
Esatto. Siamo ormai inseriti nel PDTA, ovvero il percorso diagnostico terapeutico delle micobatteriosi, e quindi dei pazienti broncoectiasici, che sono un’altra piccola fetta di pazienti. Persone con malattie infettive sanno che possono contare su di noi perché la fisioterapia bronchiale è una delle evidenze migliori nei pazienti con le bronchiectasie, per cui questo tipo di percorso clinico è entrato ormai in un modello collaudato. Naturalmente, c’è anche un continuo rapporto di comunicazione e confronto con gli ospedali di Oderzo, di Treviso, con ULSS2 e con le varie pneumologie del Triveneto con le quali abbiamo stabilito un network che ci permette di trasferire facilmente i pazienti da loro a noi, e poi noi lo rimandiamo a casa, riabilitato.

Quanto tempo ci è voluto per arrivare a questo risultato?
Questi sono meccanismi che andavano costruiti di sana pianta. Io sono arrivata in ORAS nel 2014, ormai sono quasi dieci anni. Allora i pazienti che venivano ricoverati qui erano persone della zona, per la maggior parte si trattava di soggetti più o meno stabili, senza troppa varietà di patologie. Ho contribuito allora a costruire da zero un modello di comunicazione e confronto con altri istituti, basato sulla fiducia e sui risultati, mano a mano hanno cominciato ad affidarci casi sempre più complessi, che riuscivamo a riabilitare. Il network cresceva, e così anche il numero dei pazienti e la varietà della loro provenienza. Si tratta del lavoro di una vita, e sono davvero molto orgogliosa oggi di assistere all’epoca d’oro della Pneumologia Riabilitativa in ORAS.

Oltre al regime di ricovero ordinario c’è anche un’altra parte importante, qui in Ospedale.
Sì, è il ricovero diurno, ovvero il Day Hospital Riabilitativo. È una fetta molto importante della nostra attività perché ospitiamo fino a 25 pazienti al giorno. Si tratta di un grande numero di pazienti che trovano in ORAS personale infermieristico, fisioterapico e operatori altamente qualificati, oltre ad attrezzature e palestre completamente attrezzate.

Negli ultimi dieci anni ORAS ha costruito una pneumologia riabilitativa avanzata e di riferimento per tutto il Veneto. Cosa ci aspetta nei prossimi dieci anni?
Ci sono tantissime idee che vanno esplorate ancora. ORAS, per quanto avanzato rimane ancora una realtà piuttosto decentrata, ma questo non ha mai fermato l’intraprendenza unica di questa Struttura. Già oggi c’è un servizio di navette che trasportano i pazienti da Treviso, e non è da escludere che in futuro un simile servizio potrà funzionare verso il Friuli, fino a Pordenone o Udine e ai grandi centri ospedalieri. Potremo diventare anche interlocutori di San Donà o Portogruaro, dove non esiste una pneumologia.
In questo senso, nel futuro di ORAS c’è sempre questa caratteristica tipica del nostro Ospedale: la capacità di saper volgere le situazioni apparentemente penalizzanti in vantaggi. Il fatto di essere posizionati nel Veneto Orientale da una parte è vero che ci allontana dai bacini delle grandi città capoluogo di provincia, ma dall’altra parte ci ha permesso di stabilire un modello di reparto e organizzativo che può essere d’esempio a tutte queste grandi città e tutti i distretti sanitari della Regione.
Forse nei prossimi dieci anni, anche i pazienti di Vicenza o Verona potranno trovare nelle loro città riabilitazioni pneumologiche ispirate al modello di ORAS. D’altra parte, nella riabilitazione ormai è impossibile non credere: i risultati che produce il percorso riabilitativo sono dimostrati da tantissimi studi clinici che ne confermano l’efficacia in termini di prognosi, di cura, di mortalità. È chiaro che in tempi così difficili per la sanità non ci sono molti centri che si possono permettere una riabilitazione, per cui è richiesta una riflessione a lungo termine, se vogliamo che realtà come quella di ORAS possano prendere sempre più piede in tutto il territorio.
Ecco, forse è proprio questa la sfida che ci si pone nei prossimi dieci anni: oggi siamo capostipiti di un modello, ma domani potremo essere paladini della riabilitazione, e questo aiuterà non solo i pazienti, ma anche il sistema stesso: la riabilitazione può fare sì che la popolazione di malati abbia meno recidive di una malattia, o meno riacutizzazioni di una patologia cronica respiratoria, facendo risparmiare notevoli risorse al sistema sanitario, e migliorando le condizioni di vita dei cittadini.
Non dimentichiamo mai che una popolazione che sta bene è una spesa in meno per la sanità pubblica.

Nel futuro della medicina, soprattutto dopo il Covid, si parla molto di teleriabilitazione: è un argomento da tenere sotto osservazione anche per la pneumologia riabilitativa?
È un aspetto molto importante di ciò che ci aspetta, e che dovremmo inseguire. A prescindere dagli aspetti clinici, la teleriabilitazione promuove una cultura di vita attiva anche presso popolazioni anziane, perché obbliga il paziente ad essere pienamente consapevole.
Non è come un controllo o una visita in ospedale: costringe la persona ad interessarsi dei dispositivi, a impratichirsi delle tecnologie e della trasmissibilità dei dati, e vincola il paziente a prepararsi per trasmettere le informazioni correttamente.
Nel campo pneumologico i paziente anziani che si muovono e che rimangono più attivi sono i pazienti che vivono di più.
Questo tipo di coinvolgimento mantiene la persona anziana attiva, ed è fondamentale, al di fuori del micro ricovero di qualche giorno o qualche settimana in ospedale.
Non dimentichiamoci che la riabilitazione è un momento della vita di una persona, tipicamente concentrato dopo un evento acuto. È un momento importante, sia chiaro, ma propedeutico all’apprendimento di un nuovo stile di vita, che dovrà essere poi mantenuto per tutta la vita.
L’impegno, il coinvolgimento, la dedizione del paziente sono la condizione necessaria affinché il paziente rimanga attivo anche dopo il percorso riabilitativo. Naturalmente, poi, c’è l’aspetto clinico: durante la riabilitazione il paziente impara a riconoscere i segnali di pericolo, i prodromi di una riacutizzazione, i diversi tipi di dispnea a cui può essere soggetto. Tuttavia, è difficile che una volta tornato a casa si dedichi con la stessa intensità a proseguire il lavoro svolto in ospedale nelle tre settimane di percorso: questo comportamento è comune a moltissime persone, ma la teleriabilitazione potrebbe fornire una buona spinta motivazionale per continuare a svolgere i propri esercizi ogni giorno, rimanendo in contatto con il terapista.

In che modo la cultura digitale può aiutare questo tipo di pazienti, in particolar modo quelli più anziani?
C’è un gruppo di pazienti con BPCO (Bronco Pneumopatia cronica ostruttiva) che è composto anche da molte persone anziane, la cui condizione ha precluso una buona parte di vita sociale. Proprio per questa ragione, questi pazienti hanno sviluppato un’attività di gruppo molto intensa utilizzando le moderne tecnologie digitali, con buona pace di chi pensa che gli anziani non siano in grado di usare internet: whatsapp, facebook, chat, mail, videoconferenze: questi pazienti, nativi analogici e ormai non più interessati ai social media, hanno imparato con passione come utilizzare tutte queste tecnologie digitali per confrontarsi, tenersi compagnia, vivere una vita sociale e ristabilire una normalità in termini di amicizie, frequentazioni, affetti.

Dopo la riabilitazione in regime di ricovero ordinario c’è il Day Hospital.
Esatto: il paziente viene tre volte a settimana qui in Day Hospital per uno o più cicli riabilitativi. Ma un fattore importante del ricovero diurno non è solo la continuazione del percorso riabilitativo, ma l’inizio della costruzione di un progetto di vita a fianco della malattia in cui decide come affrontarla e come vuole che le sue abitudini cambino con questa nuova presenza importante, ma gestibile. Quando la teleriabilitazione sarà una realtà assodata il paziente potrà continuare il suo percorso clinico anche a casa, e magari, chissà, noi in ospedale non lo vedremo più, con un po’ di fortuna.

Perché non succede già così?
Perché la riabilitazione non è ancora una delle prime soluzioni a cui si pensa. Ricordiamoci che, come dicevamo prima, non ci sono molte strutture come ORAS, capaci di fornire attrezzature e supporto alla riabilitazione pneumologica, perciò al presentarsi di un evento acuto si pensa alla riabilitazione come ultima risorsa, e noi siamo condizionati ad avere pazienti che ci arrivano in condizioni già gravi. In futuro, forse, se gli ospedali adotteranno un modello come il nostro, il percorso riabilitativo sarà la prima risorsa a cui affidarsi e magari le cose miglioreranno sensibilmente, perché ricordiamo che la riabilitazione interrompe il circolo vizioso delle riacutizzazioni per cui un paziente entra ed esce continuamente dall’ospedale ad ogni nuovo episodio di acuzie che non fa altro che peggiorare la sua prognosi.

 

Alimentazione e prevenzioneDel dott. Paolo Favretto – Amici del Cuore

Come associazione Amici del Cuore abbiamo sempre avuto come priorità la prevenzione delle malattie cardiovascolari che possono essere in parte prevenute con una sana e corretta alimentazione che deve iniziare già in età infantile incentivando un regolare consumo di frutta e verdura e limitando il consumo di carboidrati raffinati ( merendine-bibite zuccherate).

Come dovrebbe essere composto un pasto bilanciato del “ Mangiar Sano” ? Ci dovrebbero essere porzioni di cereali , meglio se integrali, proteine, frutta e verdure, oli vegetali e acqua.

Ricordiamo che le raccomandazioni delle società scientifiche consigliano di assumere almeno cinque porzioni al giorno di frutta e verdura; gli studi scientifici dimostrano ormai in modo chiaro e inequivocabile il ruolo protettivo di questi due tipi di alimenti nei confronti di numerose patologie cronico-degenerative, in primis le malattie cardiovascolari e per alcuni tipi di tumore!

Frutta e verdure risultano salutari per l’apporto di fibre , il modesto contenuto in calorie specie le verdure, la ricchezza di micronutrienti come vitamine e minerali e fitocomposti come polifenoli e carotenoidi. Si sono stabilite anche le quantità per porzione: una porzione corrisponde a circa 200 grammi di verdure o ortaggi crudi o cotti ( da preferire la cottura al vapore) o a 80 grammi di insalata a foglie.

Così per la frutta una porzione deve comprendere 150 grammi di frutta fresca, corrispondente ad un frutto medio o 30 grammi di frutta essiccata corrispondente a due cucchiai.
Nella composizone del Piatto Sano sono compresi anche i cereali ,da preferire quelli integrali, che sono fonte di carboidrati ma anche di fibre, vitamine e sali minerali.

È bene consumare versioni integrali di pasta, riso, pane e fette biscottate riducendo il consumo di cerali raffinati come il riso bianco o il pane bianco.
I cerali integrali essendo più ricchi in fibre aumentano il senso di sazietà riducendo quindi il rischio di obesità, abbassano il carico glicemico del pasto contrastando il diabete mellito e rappresentano un nutrimento per la flora batterica intestinale migliorandone anche la funzionalità.

Da segnalare che i cereali integrali , a parità di peso, non apportano minori calorie dei cereali raffinati , quindi non dobbiamo consumare dosi più elevate solo perché sono integrali!

Per quanto riguarda le proteine la preferenza andrebbe data soprattutto a pesce e legumi, limitando molto le carni rosse e lavorate e formaggi grassi; uova, carni bianche e formaggi magri invece rientrano in una scelta di alimentazione equilibrata.
Con che frequenza si consiglia di assumere questi cibi: pesce, in particolare pesce azzurro, e legumi 3/5 volte alla settimana, carni bianche 2/3 volte alla settimana, uova e formaggi magri 2/3 volte alla settimana.

Infine si ricorda che anche i grassi non sono da eliminare completamente ma dobbiamo usare quelli di origine vegetale in primis olio di oliva ma anche olio di girasole, di mais o di lino perché favoriscono l’assorbimento di vitamine e polifenoli.
Una particolare attenzione va data al consumo di sale che dovrebbe essere limitato il più possibile : le spezie e le erbe aromatiche usate per insaporire i cibi possono essere un valido aiuto per limitare il consumo di sale specie in soggetti con ipertensione arteriosa o con malattie cardiache o renali.

Vera e propria componente dell’alimentazione corretta ma spesso dimenticata è l’acqua, essenziale per le reazioni chimiche che avvengono nelle cellule e per il trasporto dei nutrienti.

Un paio di bicchieri a pasto ( anche a colazione!) e altri 3/4 nella giornata sono le dosi consigliate.

Ricordando infine che per consumare le calorie che ci danno100 grammi di mozzarella dobbiamo camminare velocemente per circa 64 minuti non dimentichiamo che per rimanere in buona salute ed evitare il sorgere di patologie, oltre ad una corretta alimentazione è necessario praticare attività fisica regolare.

 

 

We Care (il magazine di ORAS): il numero di dicembre è online (ed è distribuito in versione cartacea all’interno dell’Ospedale).

Il numero natalizio del nostro magazine vi porta a scoprire la grande eccellenza della Riabilitazione Pneumologica in ORAS, una realtà che è un vero e proprio fiore all’occhiello della Sanità Veneta.

Inoltre, potrete ripercorrere il 2023 dell’Ospedale Riabilitativo tra le iniziative, gli eventi, le innovazioni, i cambiamenti che hanno caratterizzato quest’anno, in attesa del ventennale nel 2024.

In questo numero parliamo anche di Centro Servizi Mielolesioni, attivato da ORAS per completare l’area di Alta Specializzazione, di concorsi artistici, e di formazione.

 

Potete scaricare WE CARE da QUESTO LINK e leggerlo comodamente sul vostro PC, tablet o smartphone, o cliccare sull’immagine della copertina.

 

 

Il grande Natale di ORAS quest’anno è cominciato davvero presto.

In Ospedale, infatti, abbiamo organizzato tantissime attività per i pazienti e i loro familiari, per tenere loro compagnia in questo periodo festivo fin dall’inizio di Dicembre, mentre la struttura via via si popolava di decorazioni, alberi di Natale, presepi e villaggi tra i reparti e le aree comuni.

Il 3 dicembre abbiamo ospitato i Christmas Quartet, quartetto swing/Jazz con cantante che ha portato alcuni dei più popolari brani natalizi tradizionali e moderni in chiave smooth per i nostri pazienti e  loro familiari.

 

Il 16 dicembre abbiamo invece accolto gli allievi della scuola TAM The Art Of Music, che hanno proposto un loro saggio di canto e musica.

 

Il 17 novembre il Coro San Giovanni ha regalato ai nostri pazienti una bellissima sorpresa: un concerto di canti tradizionali ispirati al Natale eseguiti direttamente nei reparti di degenza, durante l’orario aperto alle visite ai pazienti. Si è tratata di un’iniziativa davvero apprezzata, soprattutto da chi per motivi di salute non può lasciare il reparto per frequentare le attività nelle altre aree dell’Ospedale.

 

Giovedì 21 dicembre abbiamo ospitato Nora Fuser, una delle più famose e talentuose attrici della Commedia dell’Arte in Italia, esperta interprete goldoniana che, accompagnata dal Maestro Luca Chiavinato al liuto, ha recitato le donne di Goldoni per i nostri pazienti e operatori.

 

Venerdì 22 dicembre, le superstar sono stati proprio i nostri pazienti, che hanno recitato per i loro familiari, gli altri degenti e tutti gli operatori, i medici e gli infermieri una riduzione del Canto di Natale di Charles Dickens. Questa è stata anche l’occasione per scambiarci gli auguri di Natale, e salutarci in vista dell’anno nuovo.

Questo spettacolare cartellone natalizio è stato reso possibile grazie alla preziosa collaborazione con l’Associazione Belteatro di Padova, che ha potuto organizzare e coordinare non solamente molti degli appuntamenti teatrali e musicali offerti dal programma, ma anche il laboratorio teatrale che ha permesso ai nostri pazienti di produrre un vero e proprio spettacolo.

Un grande ringraziamento va anche alla generosità e alla passione di TAM The Art Of Music, scuola di canto e musica del nostro territorio e al Coro San Giovanni, che hanno portato una grande gioia nel cuore di molti dei nostri pazienti in questo mese così speciale.

 

 

UpToDate: un nuovo strumento tecnologico a favore dei pazienti è stato adottato da ORAS e reso disponibile a tutto il personale medico e di reparto.

Si tratta di un software molto diffuso, utilizzato da oltre 44.900 strutture in tutto il mondo, che consiste fondamentalmente in una grande banca dati aggiornata, multimediale, ipertestuale e interattiva in grado di fornire risposte efficaci ai quesiti clinici dei medici che devono interpretare lo stato di salute dei propri pazienti.

I VANTAGGI DI UPTODATE

Secondo l’azienda distributrice, gli studi condotti dimostrano che la consultazione di UpToDate determina una modifica delle decisioni cliniche prese dagli operatori sanitari nel 30% dei casi e facilita l’adozione di un approccio clinico più corretto, con conseguente miglioramento delle cure, che risultano così più sicure ed efficienti.

Grazie ad UpToDate, infatti, i medici possono accedere in modo semplice e rapido alle informazioni cliniche basate sulle evidenze per prendere decisioni diagnostico-terapeutiche adeguate proprio nel momento della visita, assicurando l’accesso alle più recenti evidenze e raccomandazioni di esperti.

La banca dati del software è il risultato di un processo editoriale che segue standard elevati in materia di qualità, trasparenza e rigore accademico, oltre a garantire la revisione continua dei contenuti clinici, aggiornando sempre i contenuti alle ricerche più recenti: essa può contare su 12.000 argomenti clinici “peer reviewed” a copertura di 25 specialità mediche, tra cui medicina interna (con relative sottospecialità, a un livello conforme alle esigenze dei sottospecialisti), medicina di base, ostetricia e ginecologia, pediatria e chirurgia generale.

Il software ha un impatto positivo sulla qualità delle cure e sulla sicurezza dei pazienti: infatti ricerche interne dell’azienda riferiscono che il programma permette una gestione più efficiente dei pazienti, favorisce la prescrizione di esami diagnostici più appropriati, migliora la qualità dell’assistenza fornita ai paziente, contribuisce ad evitare gli errori medici e fa risparmiare tempo.

L’utilizzo degli strumenti messi a disposizione da questa banca dati, inoltre riduce l’incidenza di errori sui pazienti ricoverati e trattati in ambulatorio, e il tempo necessario per accedere alle evidenze, riducendo conseguentemente i tempi di degenza e i tassi di errore in fase di diagnosi, anche grazie ai frequenti e continui aggiornamenti.

UpToDate, inoltre, ha il vantaggio di integrarsi con la cartella clinica elettronica, essendo completamente compatibile con CDS/EMR/EHR. I vantaggi di queste integrazioni sono molteplici, in termini di tempo risparmiato e miglioramento della qualità della cura e dell’ottimizzazione dei processi clinici.

UpToDate può fornire una consulenza approfondita in ben 25 specializzazioni tra cui: allergologia e immunologia, Anestesiologia, Chirurgia generale, Dermatologia, Ematologia, Endocrinologia e diabete, Gastroenterologia ed Epatologia, Geriatria, Malattie infettive, Medicina cardiovascolare, Medicina clinica, Medicina del sonno, Medicina di base e medicina di base in ambito sportivo, Nefrologia e ipertensione, Neurologia, Oncologia, Pneumologia e Rianimazione, Psichiatria.

Il software è uno strumento utile non solo per rispondere ai questi clinici, ma anche per elaborare piani terapeutici e valutare l’impatto dell’assunzione di farmaci, segnalando in tempo reale quali molecole entrano in conflitto tra loro, per poter assicurare al paziente una cura il più possibile sicura.

 

USO CONSAPEVOLE DEGLI ANTIBIOTICI

Come ogni anno, dal 18 al 24 novembre l’OMS ha promosso la settimana mondiale sull’uso consapevole degli antibiotici.

In Italia, questa importante iniziativa è sostenuta e promossa da AIFA, l’Agenzia Italiana per il Farmaco, che si propone di sensibilizzare i cittadini italiani ad un uso consapevole degli antibiotici, tanto utili quando assunti in caso di necessità, tanto dannosi quando vengono presi senza un reale bisogno.

 

ANTIBIOTICO RESISTENZA

Cos’è l’antibiotico resistenza? La resistenza agli antibiotici si manifesta nelle situazioni in cui un batterio riesce a resistere all’attività di un farmaco antimicrobico.

L’abuso e l’utilizzo inappropriato di questi farmaci hanno contribuito alla comparsa di questi batteri resistenti. Molti di questi effetti sono frutto anche delle auto-prescrizioni di antibiotici da parte di individui che ne assumono senza prescrizione medica, o dal loro sistematico utilizzo ingiustificato, come ad esempio nei casi in cui le infezioni possono essere curate senza trattamento.

Ma la responsabilità degli effetti di un uso massiccio e non opportuno di questi farmaci non è solamente della persona singola. L’utilizzo di antibiotici in zootecnica come promotori della crescita  mettono questi antimicrobici sulle nostre tavole e contribuiscono a rafforzare la resistenza, esponendoci infine a malattie che saranno sempre più difficili da curare.

 

COME UTILIZZARE UN ANTIBIOTICO

Per evitare di maturare una resistenza a questo importante farmaco è sufficiente interpellare il buonsenso e un medico qualificato: non usare eccessivamente antibiotici quando si è in viaggio, considerare sempre il peso corporeo in relazione alla quantità di farmaco da assumere, tenere conto della precedente storia di ciascuna persona nell’assunzione di questi antimicrobici, seguire una rigorosa programmazione di assunzione che preveda un inizio e una fine, stare a riposo per consentire la liquidazione dell’organismo infettante sono tutte azioni importanti da tenere in giusta considerazione quando si affronta una cura che impieghi gli antibiotici.

Rivolgersi ad un medico qualificato è importante non solo per le azioni da seguire, ma anche per capire quando un antibiotico debba essere usato: ad esempio, uno dei più diffusi errori che si fanno in questo frangente, è cercare di curare le infezioni virali come il raffreddore comune con un antimicrobico, cosa del tutto inefficace dal punto di vista medico, e dannosa per gli effetti dell’accumulo di resistenza.

 

QUALI CONSEGUENZE HA LA RESISTENZA AGLI ANTIBIOTICI?

«In Italia, la resistenza agli antibiotici si mantiene tra le più elevate in Europa – ogni anno quasi 300mila pazienti vanno incontro a un’infezione correlata all’assistenza provocata da batteri resistenti agli antibiotici – causando circa 7.000 decessi. I batteri che circolano all’interno delle strutture sanitarie sono tra l’altro spesso in grado di resistere a più classi di antibiotici contemporaneamente (batteri multi-resistenti) e in alcuni casi a tutti gli antibiotici (batteri pan-resistenti)» afferma Teresa Spanu coordinatrice del Comitato di studio per gli antimicrobici. (Fonte: Il Sole 24 Ore)

“Stare insieme per stare bene”: il concorso artistico esposto in ORAS

Anche quest’anno ORAS ospita l’esposizione del concorso artistico Di.Segno.In.Forma arrivato ormai alla sua 8^ edizione.

Il tema di questa edizione 2023 è “STARE BENE PER STARE INSIEME” ed è stato organizzato dall’Associazione Culturale Zona Franca di Oderzo, che da anni si occupa della valorizzazione di arte e cultura sul nostro territorio.

Il concorso artistico Di.Segno.In.Forma è aperto ai giovani dai 6 ai 15 anni, ed è strutturato in sei categorie di premiazione, una delle quali si rivolge ad una maggiore fascia di età nella sezione “fuori concorso”.

Il concorso artistico “STARE BENE PER STARE INSIEME” pone l’accento sull’importanza della creazione di relazioni che favoriscono il benessere collettivo e di conseguenza anche quello individuale, così come auspicato dall’ONU con l’Obiettivo 2 “Salute e Benessere” incluso nell’Agenda Globale 2030.

Una riflessione su relazioni, reciprocità e opportunità di espressione attraverso l’arte viene proprio dagli organizzatori dell’evento

“Il coinvolgimento dato dai social network e la questione pandemica che ha compromesso fortemente la dimensione della socialità dirigono il focus sulla tendenza a un modo di vivere troppo centrato su di sé, plasmando una comunità che tende all’individualismo.

Quest’edizione, perciò, pone l’accento sull’importanza della creazione di relazioni che favoriscano il benessere collettivo e di conseguenza anche quello individuale, così come auspicato dall’ONU con l’Obiettivo 3 “Salute e Benessere” incluso nell’Agenda Globale 2030.

Come associazione vocata alla promozione sociale riteniamo anche nostra che la responsabilità di lavorare in sinergia con le altre istituzioni per rivitalizzare la coesione sociale a beneficio di tutti. Per promuovere tale sviluppo occorrono nuovi modelli comportamentali e un incremento del “capitale sociale”, intendendo questa definizione come i benefici di una durevole rete di relazioni, capace di costituire un valore aggiunto nella costruzione e nel mantenimento di sentimenti di fiducia, diventando per l’individuo una vera e propria “energia sociale”.

Il capitale sociale in questa chiave è strettamente connesso alle risorse della famiglia, degli amici e in generale degli elementi che fanno parte dei legami sociali. Figure

che possono essere fonte di conoscenza ed esperienza, supporto materiale ed emotivo. Le reti sociali, dunque, vengono costruite attraverso relazioni di gruppo, caratterizzate da fiducia e in una prospettiva di reciprocità. Attraverso l’accesso a differenti ambiti relazionali, investendo specifiche competenze nel socializzare, portandoci ad avvertire gli “altri” come parte di noi.”

L’esposizione sarà visitabile dal pubblico al piano terra del Padiglione E di ORAS, nel corridoio che porta alle piscine fino al 28 gennaio.

 

 

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